Il decreto flussi 2023 è stato finalmente approvato, ecco la nostra giuda completa.
Che cos’è il decreto flussi?
Il decreto flussi è quel provvedimento con cui il Governo indica ogni anno il numero di quote a disposizione per l’ingresso di cittadini stranieri in Italia per lavoro subordinato, lavoro autonomo e lavoro stagionale. Il decreto dovrebbe essere emanato nel rispetto del documento programmatico sull’immigrazione dell’esecutivo italiano da approvare, ai sensi dell’art. 3 c. 1 d.lgs. 286/1998, di concerto con gli enti locali e le principali realtà attive nel settore dell’immigrazione. L’art. 3 è però ormai da molto tempo lettera morta e il decreto flussi viene emanato ogni anno sulla base di quanto previsto in quello precedente.
Quando viene emanato il decreto flussi?
Il Governo dovrebbe emanare il decreto flussi entro il 30 novembre di ogni anno, prevedendo le quote di ingresso dei lavoratori stranieri per l’anno successivo. Tuttavia, il termine può superato. Nel 2021, ad esempio, il decreto flussi è stato approvato il 21 dicembre; nel 2020, invece, è stato emanato il 12 ottobre.
Come funziona la procedura flussi?
La prima fase della procedura flussi è caratterizzata dalla richiesta di nulla osta. Il datore di lavoro compila la domanda telematicamente al sito https://portaleservizi.dlci.interno.it, accedendo tramite SPID.
Ottenuto il nulla osta, questo viene inviato al cittadino straniero, che si reca presso l’ambasciata italiana o il consolato italiano nel proprio Paese di origine più vicini al luogo di residenza, chiedendo il visto per lavoro subordinato.
L’ambasciata italiana o il consolato italiano rilasciano il visto per lavoro subordinato, lavoro autonomo o lavoro stagionale e lo straniero può fare ingresso regolare in Italia.
Entro otto giorni dall’ingresso in Italia, lo straniero deve prendere appuntamento con lo Sportello unico immigrazione e presentarsi, assieme al datore di lavoro, per la firma del contratto di soggiorno. Il Ministero dell’interno rilascerà così, entro qualche mese, il permesso di soggiorno definitivo.
Quando è stato approvato il decreto flussi 2023?
Il nuovo decreto flussi è stato approvato con DPCM del 29 dicembre 2022, pubblicato il 26 gennaio 2023.
Quante quote sono previste dal decreto flussi 2023?
Il nuovo decreto flussi ha previsto un totale di 82.705 quote di ingresso per cittadini stranieri in Italia. Di queste, 44.000 sono riservate ai lavoratori stagionali, mentre 38.705 ai lavoratori subordinati non stagionali e agli autonomi.
Quali settori produttivi sono previsti dal decreto flussi 2023?
Il decreto flussi 2023 permette l’ingresso per lavoro subordinato non stagionale di cittadini stranieri limitatamente ai seguenti settori produttivi:
- autotrasporto merci per conto terzi;
- edilizia;
- turistico-alberghiero;
- meccanica;
- telecomunicazioni;
- alimentare;
- cantieristica navale.
Da quali paesi di provenienza è possibile richiedere un nulla osta per flussi?
Il decreto flussi 2023 riserva 24.105 quote ai lavoratori subordinati non stagionali provenienti da
Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Georgia, Ghana, Giappone, Guatemala, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina.
Inoltre, sono riservate 6.000 quote ai lavoratori subordinati non stagionali cittadini di Paesi con i quali nel corso dell’anno 2023 entrino in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria.
Sono poi ammessi in Italia 1.000 cittadini stranieri residenti all’estero che abbiano completato programmi di formazione ed istruzione nei Paesi d’origine.
Infine, è consentito l’ingresso in Italia di 100 lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea diretta di ascendenza, residenti in Venezuela.
Sono previste quote per la conversione di permessi di soggiorno?
Sì, è prevista la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato di:
- 4.400 permessi di soggiorno per lavoro stagionale;
- 2.000 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
- 200 permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell’Unione europea.
È inoltre autorizzata la conversione in permessi di soggiorno per lavoro autonomo di:
- 370 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
- 30 permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell’Unione europea.
Come e quando richiedere il nulla osta per flussi?
Sarà possibile presentare le domande a partire dal 27 marzo 2023, 60 giorni dopo la pubblicazione del decreto flussi, attraverso l’applicativo online messo a disposizione dal Ministero.
Le domande potranno essere presentate dal datore di lavoro soltanto dopo aver richiesto al Centro per l’impiego competente se vi siano lavoratori italiani disponibili. Trascorsi 15 giorni da tale richiesta o in caso di rifiuto espresso sarà possibile procedere alla domanda di nulla osta.
Le modalità pratiche di richiesta flussi saranno rese note attraverso una circolare interministeriale in corso di approvazione.
Quali sono i documenti necessari per la domanda flussi 2023?
Per poter presentare la richiesta di nulla osta, il datore di lavoro deve raccogliere la seguente documentazione:
- Il passaporto del cittadino straniero interessato in corso di validità;
- Il certificato di idoneità alloggiava dell’immobile in cui l’interessato si trasferirà;
- I documenti di identificazione del datore di lavoro contenenti i suoi dati anagrafici (passaporto, carta di identità, permesso di soggiorno);
- La visura camerale dell’azienda che assumerà l’interessato;
- Le indicazioni relative al contratto di lavoro da stipulare: CCNL, livello e mansione, orario settimanale;
- Il modello UNICO 2022 (ultima dichiarazione dei redditi);
- Il bilancio contabile 2022 (ultimo bilancio contabile);
- Il DURC (documento unico di regolarità contributiva) relativo all’azienda;
- Il modulo ANPAL.
Il certificato di idoneità alloggiava attesta l’abitabilità dell’alloggio in cui si trasferirà il cittadino straniero, ovvero certifica che l’alloggio stesso rientri nei parametri minimi previsti dalla legge per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica. È possibile richiederlo presso gli uffici comunali del luogo in cui si trova l’immobile. Ogni comune ha normalmente i propri moduli e le proprie prassi. È consigliabile contattare gli uffici o consultare i siti internet.
La visura camerale è invece il documento che fornisce i dati di ogni impresa italiana. È consigliabile richiederla prima di compilare la domanda di flussi, perché al suo interno si trovano informazioni fondamentali, come ad esempio il numero di dipendenti dell’azienda, la sua forma giuridica e i dati identificativi dei responsabili legali. È possibile richiedere la visura attraverso il portale del registro delle imprese.
Il DURC (documento unico di regolarità contributiva) attesta il rispetto da parte dell’azienda dei propri oneri contributivi. È molto importante raccoglierlo prima della richiesta flussi, perché l’applicativo richiederà di autocertificare proprio la regolarità contributiva del datore di lavoro. È possibile richiederlo attraverso il portale messo a punto da INPS e INAIL.
Il modulo ANPAL è una novità introdotta dal flussi del 2023. Chi intende assumere un cittadino straniero, devo ora presentare al centro per l’impiego competente una richiesta di verifica della disponibilità di lavoratori italiani per la medesima posizione. Tale verifica si intende compiuta in uno di questi casi:
- qualora siano trascorsi 15 giorni lavorativi dalla richiesta senza ricevere riscontro;
- se, a seguito del colloquio di selezione, e prima della richiesta di nulla osta, il datore di lavoro accerta che il lavoratore inviato dal centro per l’impiego non è idoneo;
- se sono trascorsi 20 giorni lavorativi dalla richiesta e i lavoratori inviati dal centro per l’impiego non hanno preso servizio senza giustificare l’assenza.
Qui è possibile scaricare il modulo per la richiesta di personale.
Come fare domanda al centro per l’impiego?
Il Ministero non ha ancora diramato delle istruzioni univoche su come inviare il modulo ANPAL al Centro per l’impiego. È dunque consigliabile visitare la pagina web dell’ufficio competente per territorio, che potrebbe indicare modalità specifiche. In mancanza, è sempre possibile inviare il modulo compilato via pec.
Come dimostrare di aver presentato domanda al centro per l’impiego per inviare la richiesta flussi?
Dopo aver inviato il modulo ANPAL e nel caso in cui si sia verificata una delle condizioni già citate, il datore di lavoro può sottoscrivere un’autocertificazione, utilizzando il modello predisposto dal Ministero, in cui attesta di aver superato la procedura dinnanzi al centro per l’impiego.
Il modello dell’autocertificazione è disponibile in allegato alla circolare applicativa, che può essere visionata qui.
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