La cittadinanza italiana è un traguardo molto ambito per tanti stranieri regolarmente soggiornanti. Ottenerla, tuttavia, non è semplice e gli ostacoli sono tanti. Ad esempio, una condanna per guida in stato di ebrezza può portare a un diniego della domanda di cittadinanza? Scopriamolo insieme.
Che cos’è la cittadinanza per naturalizzazione?
Per naturalizzazione si intende un particolare procedimento per il riconoscimento della cittadinanza italiana. Nello specifico, lo straniero può richiedere la cittadinanza italiana trascorsi dieci anni di residenza legale in Italia, ridotti a cinque anni per coloro cui è stato riconosciuto lo status di apolide o di rifugiato e a quattro anni per i cittadini di Paesi della Comunità Europea.
La cittadinanza per naturalizzazione è un diritto?
No, la cittadinanza per naturalizzazione non è un diritto, ma viene riconosciuta a discrezione del Governo italiano. Tuttavia, nel tempo sono emersi alcuni requisiti importanti per ottenere questo tipo di cittadinanza.
Un primo requisito riguarda il reddito. È infatti necessario dimostrare di poter disporre di risorse sufficienti a mantenersi.
Gli attuali limiti di reddito per ottenere la cittadinanza italiana sono i seguenti:
- €8.263,31 per il richiedente
- €11.362,05 per il richiedente con coniuge
- €516,00 per ogni figlio
Quindi:
- richiedente senza coniuge con 1 figlio a carico: € 8.779,31
- richiedente senza coniuge con 2 figli a carico: € 9.295,31
- richiedente senza coniuge con 3 figli a carico: € 9.811,31
- richiedente senza coniuge con 4 figli a carico: € 10.327,31
- richiedente con coniuge e 1 figlio a carico: € 11.878,05
- richiedente con coniuge e 2 figli a carico: € 12.394,05
- richiedente con coniuge e 3 figli a carico: € 12.910,05
- richiedente con coniuge e 4 figli a carico: € 13.426,05
Per ogni famiglia anagrafica, viene considerata la somma dei redditi del richiedente, del coniuge e dei figli.
Un secondo requisito riguarda l’assenza di condanne penali in Italia. Aver commesso un reato, infatti, può costituire, secondo il Governo italiano, un indice che dimostra la pericolosità dello straniero per la società. Sulla base ti tale giudizio di pericolosità, dunque, può essere negata la cittadinanza italiana.
Esiste una soluzione?
Sì, si può a ricorrere a una procedura chiamata “riabilitazione”, disciplinata dall’art. 683 del codice penale. La riabilitazione si richiede al Tribunale di sorveglianza una volta espiata la propria pena e permette l’estinzione delle pene accessorie e di ogni effetto penale della condanna.
La guida in stato di ebrezza può farmi perdere la cittadinanza italiana?
Dipende. Secondo il Consiglio di Stato, sez. III, sentenza 19 settembre 2022, n. 8068, la Pubblica amministrazione, nel denegare il riconoscimento della cittadinanza per naturalizzazione richiesto ai sensi dell’art. 9, L. n. 91 del 1992, non può fondare il proprio giudizio di mancato inserimento sociale dell’istante sull’astratta tipologia del reato commesso – la guida in stato di ebbrezza – e sulla sua pericolosità, astratta o presunta, senza apprezzare tutte le circostanze del fatto concreto, delle sue modalità e del suo effettivo disvalore come anche della personalità del soggetto. La valutazione discrezionale sull’integrazione dello straniero nel tessuto sociale della Repubblica deve certo tener conto anche degli illeciti penali da questo commessi nel periodo in cui egli dimora in Italia, ma non può legittimamente prescindere da un giudizio globale sulla di lui personalità e, soprattutto, dal giudizio sulla gravità in sé della vicenda penale, a fronte di ogni altro comportamento del soggetto.
Pertanto, la Prefettura non può negare automaticamente la cittadinanza in caso di guida in stato di ebrezza, ma deve considerare la gravità del fatto avvenuto e la condotta osservata dal reo.
Come richiedere la cittadinanza a Bologna?
È necessario rivolgersi alla Prefettura di Bologna, attraverso l’apposito applicativo web. Si consiglia di rivolgersi a un avvocato esperto in diritto dell’immigrazione.
Come ottenere la riabilitazione a Bologna?
È necessario presentare un’istanza motivata al Tribunale di Sorveglianza di Bologna. Si consiglia di rivolgersi a un avvocato.