Nuovo decreto immigrazione: le principali novità in tema di flussi d’ingresso per lavoro

L’11 ottobre 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo d.l. 145/2024, conosciuto anche come “decreto immmigrazione”, che contiene importanti novità in tema di procedura flussi. Vediamo di cosa si tratta. 

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1. Il nuovo decreto immigrazione

Come cambiano le regole per l’immigrazione legale e regolare in Italia, di cui al nuovo decreto 145/2024? Soltanto alcuni giorni fa il Consiglio dei Ministri ha varato un testo che – se da un lato integra la disciplina dell’ingresso nel nostro paese per ragioni di lavoro e conserva la struttura fondamentale dei flussi (e non modifica le quote di ingressi autorizzati nel triennio pari a 452mila) – dall’altro appone alcune rilevanti novità. La volontà dell’esecutivo è quella di semplificare il più possibile, di accorciare i tempi e di dare regole chiare e certe, per impedire nuovi abusi e irregolarità.

Per capire la portata del decreto immigrazione – e delle ultime novità in tema di ingressi per lavoro – dobbiamo partire da un essenziale aspetto di fondo: il numero di lavoratori immigrati, prefissato dai decreti flussi, segue un meccanismo fondato sul fatto che, nel nostro paese, non si può assumere una persona che è giunta con un mero visto turistico. In altre parole, i migranti – siano essi professionisti qualificati o figure con ridotta formazione – non possono recarsi in Italia legalmente per cercare un lavoro, in quanto debbono già disporre di una proposta di assunzione al momento della partenza. 

In sostanza, l’immigrazione dei lavoratori stranieri è ammessa – e su questo il decreto immigrazione  conferma l’assetto normativo attuale – soltanto se il datore di lavoro del nostro paese intende assumere una persona che è ancora nel suo Stato d’origine. Si tratta di quanto prevedono annualmente i c.d. “decreti flussi” (salvo l’ultimo anno, dove è stata introdotta una programmazione triennale), che legano ingresso e permesso di soggiorno dello straniero al contratto di lavoro.

2. Nuovo decreto immigrazione: le novità in tema di flussi d’ingresso

Il Consiglio dei Ministri ha inteso approvare novità e modifiche che intendono dare una risposta più puntuale alla consistente domanda di manodopera da parte di imprese, artigiani, contadini, famiglie e alla richiesta di lavorare degli stessi immigrati. Al contempo il decreto immigrazione mira a alleggerire una burocrazia onnipresente e farraginosa, fatta di diversi step quali, ad esempio, il nulla osta rilasciato dalla Prefettura, la chiamata nominativa o la richiesta di visto di ingresso.

Vediamo allora in elenco le maggiori novità apposte dal decreto:

  • spazio alla precompilazione, rispetto al click day, delle richieste di nulla osta al lavoro, al fine di estendere i tempi per i controlli e permettere la regolarizzazione o l’esclusione delle domande non procedibili (qui un nostro articolo sull’apertura delle precompilazioni il 1 novembre 2024);
  • interoperabilità tra il sistema informatico utilizzato e le banche dati dei Ministeri di Interno e Lavoro, Inps, Camere di commercio, Agenzia delle entrate e Agid, allo scopo di verificare in automatico alcune tipologie di dati inclusi nelle domande di nulla osta al lavoro;
  • svolgimento nel corso dell’anno di più “click day” per settori specifici, pur restando invariate le quote di ingresso di migranti già stabilite, nell’obiettivo di impedire che un eccesso di domande mandi in tilt i sistemi informatici;
  • obbligo di conferma dell’interesse all’assunzione del lavoratore straniero, da parte dell’azienda o datore di lavoro, anteriormente al rilascio del visto di ingresso al migrante;
  • obbligo di elezione di domicilio digitale per il datore di lavoro, e digitalizzazione della procedura anche per ciò che riguarda la firma e invio del contratto di soggiorno. Con questa novità si abolisce di fatto la necessità per il datore e il lavoratore di recarsi a tal scopo presso lo sportello unico per l’immigrazione;
  • inibizione al meccanismo dei flussi per il successivo triennio nei confronti dei datori di lavoro che, per causa imputabile ad essi stessi, non si attivano per la stipula effettiva del contratto di lavoro entro otto giorni dall’ingresso del lavoratore migrante o  utilizzano lavoratori senza contratto;
  • limite al numero di domande di lavoratori, attivabili dal datore di lavoro in relazione alle dimensioni del fatturato, al numero di addetti e campo di attività.

Si tratta di misure che, oltre a velocizzare le procedure, mirano a prevenire le pratiche di sfruttamento dei lavoratori stranieri, assicurando che siano formalizzati i contratti di lavoro in tempi brevi e che i diritti dei migranti siano rispettati.

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3. Lavoratori stagionali e domestici, cosa cambia

Il nuovo decreto immigrazione apre alla possibilità per i lavoratori stagionali di firmare, nel lasso di tempo di validità del nulla osta al lavoro, un nuovo contratto con il medesimo o con un diverso datore di lavoro entro 60 giorni dalla scadenza dell’anteriore contratto. Si tratta di una sorta di periodo ‘cuscinetto’, valevole senza la necessità di un nuovo permesso.

Inoltre, il testo dà il via libera alla facoltà di conversione, al di fuori delle quote, del permesso per lavoro stagionale in permesso per lavoro a tempo determinato o indeterminato. Aumentano insomma le possibilità di restare in Italia a lavorare.

Per quanto riguarda il lavoro domestico e in particolare l’assistenza a grandi anziani e disabili, a causa della forte richiesta, il decreto indica altresì l’introduzione di un canale di ingresso sperimentale per l’anno 2025, nel limite di 10mila unità e al di fuori del meccanismo dei flussi. In un’ottica di sinergica collaborazione, ad attuarlo saranno le Agenzie per il lavoro, le organizzazioni datoriali firmatarie del Ccnl del settore domestico e i professionisti dell’area giuridico-economica.

4. Misure anti irregolarità e caporalato

Nel decreto immigrazione sono contenute anche una serie di misure mirate a impedire che prestanome e faccendieri facciano false assunzioni di massa per far conseguire i visti, e altre disposizioni atte a tutelare i lavoratore e le lavoratrici che denunciano la piaga del caporalato, tramite la previsione di uno speciale permesso di soggiorno.

In ragione di tutte queste significative novità, ben si comprende allora la previsione del contestuale potenziamento del personale ministeriale addetto alle procedure di ingresso nel nostro paese, per motivi di lavoro.

5. Perché rivolgersi a un avvocato esperto di Immigrazione a Bologna?

Un avvocato esperto in diritto dell’immigrazione può fornire consulenza e assistenza, sia giudiziale che stragiudiziale, in tantissimi ambiti della vita dello straniero, tra cui la presentazione della richiesta flussi. Con il nostro aiuto aumenteranno notevolmente le possibilità di presentare la domanda entro pochissimi minuti dall’apertura del click day, così da avere la garanzia di ottenere un nulla osta. 

Integra – immigrazione, lavoro e diritti offre una vasta gamma di servizi e si trova a Bologna, in via Miramonte n. 9 e a Pesaro in viale della Vittoria 161.

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