La Fondazione Leone Moressa ha pubblicato il “XII RAPPORTO ANNUALE SULL’ECONOMIA DELL’IMMIGRAZIONE”. Vediamo di cosa si tratta.
Che tipi di lavoro effettuano gli stranieri?
Secondo il report, “ad oggi, il mercato del lavoro italiano appare fortemente segmentato, con alcuni settori o mansioni caratterizzati da una presenza massiccia di lavoratori (e lavoratrici) stranieri muniti di permesso di soggiorno”. Nel 2021 l’incidenza dei lavoratori stranieri è in media del 10% rispetto al totale degli occupati. La percentuale è del 2,2% tra le professioni qualificate e tecniche e del 29,2% tra il personale non qualificato. “Quasi un terzo dei lavoratori stranieri (31,7%) svolge una mansione come personale non qualificato, mentre tra gli italiani questa percentuale si limita all’8,5%. Molti immigrati muniti di permesso di soggiorno si trovano a svolgere lavori non qualificati pur essendo in possesso di titoli di studio e competenze. Questo fenomeno (“overeducation”), è più diffuso tra gli stranieri per una serie di fattori, tra cui: la carenza linguistica e la poca conoscenza del territorio, la necessità di avere un’occupazione per poter rinnovare il Permesso di soggiorno, la mancanza di una rete familiare che consente di rifiutare offerte di lavoro non inclini alle proprie competenze”.
Quanti imprenditori stranieri sono presenti in Italia?
Alla fine del 2021 sono presenti 753 mila imprenditori nati all’estero e muniti di permesso di soggiorno (persone fisiche con cariche sociali in aziende attive in Italia) e 572 mila imprese a guida “straniera”.
“Negli ultimi dieci anni, a fronte di un -8,6% degli imprenditori nati in Italia, i nati all’estero sono aumentati del +31,6%, arrivando a rappresentare un decimo degli imprenditori totali”.
Secondo il report, “Si tratta di un fenomeno con luci e ombre: se da un lato l’aumento dell’imprenditoria rappresenta la prosecuzione di un percorso di ‘integrazione’ in Italia, è evidente che in molti casi le nuove imprese a conduzione straniera si collocano in segmenti del mercato a bassa produttività e basso valore, determinando una “sostituzione al ribasso” rispetto alle precedenti attività. La sfida per l’intero sistema nazionale, in questo caso, è quella di costruire sinergie e scambi tra imprese italiane e ‘straniere’, determinando una crescita reciproca e complessiva”.
Che impatto fiscale ha il lavoro degli stranieri in Italia?
Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), gli stranieri muniti di permesso di soggiorno costituiscono 4,17 milioni di contribuenti, i quali hanno dichiarato complessivamente 57,5 miliardi di euro di redditi e versato 8,2 miliardi di euro di Irpef. “Tra i contribuenti nati all’estero, quasi la metà (48,7%) ha dichiarato un reddito annuo inferiore a 10 mila euro. Tra i nati in Italia, in quella classe di reddito si attesta solo il 29,5% dei contribuenti. Complessivamente, i contribuenti nati all’estero rappresentano il 10,1% del totale”.
Fonte: executive summary.
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