Sembra una domanda banale, ma nasconde una risposta complessa. Il permesso di soggiorno è il requisito base per poter essere regolari sul territorio italiano e godere di numerosi diritti. Vediamo quanto tempo è necessario per la sua emissione e cosa si può fare nell’attesa.
Quanto tempo è necessario per il rilascio di un permesso di soggiorno?
Secondo l’art. 5 c. 9 del testo unico immigrazione, il permesso di soggiorno è rilasciato, rinnovato o convertito entro sessanta giorni dalla data in cui è stata presentata la domanda, se sono presenti i requisiti imposti dal diritto dell’immigrazione. Tale termine, tuttavia, non è perentorio. Ciò significa che la Pubblica amministrazione non incorre in alcuna particolare conseguenza se viene superato. Si tratta, dunque, di un termine puramente indicativo.
Ad ogni modo, secondo il codice del procedimento amministrativo (legge n. 241/1990), il termine massimo per la conclusione di un procedimento amministrativo è di 180 giorni. Il Consiglio di Stato, in una recente pronuncia, ha dichiarato che tale termine massimo è applicabile anche ai procedimenti relativi all’immigrazione (Consiglio di Stato, sentenza n. 3578 del 9 maggio 2022).
Ciò significa che il termine normale per l’emissione di un permesso di soggiorno dovrebbe essere di 60 giorni, ma che la Pubblica amministrazione può legittimamente attenere fino a 180 giorni.
Cosa si può fare in attesa del permesso di soggiorno?
In attesa del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno, lo straniero può legittimamente soggiornare nel territorio dello Stato e svolgere temporaneamente l’attività lavorativa. Nel caso in cui, però, la richiesta di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno venga respinta, la possibilità di lavorare viene immediatamente meno.
Tale attività lavorativa può essere svolta a condizione che sia stata rilasciata dall’Ufficio immigrazione l’apposita ricevuta
Cosa succede se vengono superati i termini?
È possibile richiedere l’intervento del superiore gerarchico. Nel caso in cui venisse superato anche il termine di 180 giorni, infatti, la legge 241 del 1990 permette al richiedente di attivare il potere sostituivo del superiore gerarchico, la cui identità e i cui recapiti dovrebbero essere chiaramente indicati sul sito internet dell’amministrazione in questione.
A questo punto, il superiore gerarchico dispone di termini dimezzati per completare il procedimento, e dunque di 90 giorni. Trascorso inutilmente anche tale periodo, non resta che fare ricorso al Tar o al Tribunale.
Come ottenere tutela a Bologna?
Se si risiede o si è domiciliati a Bologna, per tentare di superare un eventuale ritardo nel rilascio del permesso di soggiorno è necessario presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale o al Tribunale ordinario, a seconda della tipologia di permesso di soggiorno richiesto.
Si consiglia di rivolgersi a un avvocato esperto di diritto dell’immigrazione.